Tremensuoli nella storia secondo il Riccardelli.

Continuano, senza sosta, da parte dello storico Aurelio Carlino, le ricerche sulla frazione di Tremensuoli, il borgo più antico del Comune di Minturno, che sono pubblicate e portate a conoscenza dei cittadini pr ripercorrere i luoghi dove sono vissuti i nostri avi ed, allo stesso tempo, per spronarci a fare tesoro del passato per vivere meglio il presente. Ci si augura che in un prossimo futuro, si possano riproporre altri articoli e documenti, tali da rendere sempre più interessante questo antichissimo borgo medievale. Questa volta Carlino propone un scritto su Tremensuoli, del parroco Francesco Antonio Riccardelli, sacerdote traettano, che fa conoscere ai Tremensuolesi alcune storie particolari. “Tremonsuoli: Questo villaggio ricorda i tempi del secolo VIII ed è fondat sulle ruine dell'antico Trimonsoli, del di cui ruderi parte se ne osservano a breve distanza dal presente verso la parte occidentale, e non è a dubitarsi che sia il più antico casale della città di Traetto, giacché di esso trovasi fatto speciale menzione in molte carte e pergamene, che si conservano nell'archivio del monistero di Monte-Cassino, e tra queste v'ha rimarchevole la carta dell'anno 981 del mese di luglio, indizione XX, che contiene la decisione di una lite insorta tra Giovanni Ferruccio, figlio di Stefano, della terra di Trimonsoli, prossimo alla città di Trajetto e Giovanni, arciprete della chiesa cattedrale di Gaeta, per una pezza di terra situata presso il rivo Pupino (Recillo) vicino la pietra, poco distante dalla chiesa di santa Albina fuori le porte di Traetto, appartenente alla chiesa di Gaeta. Per questa pezza di terra lunga 46 passi e larga 44, litigarono il detto arciprete ed il Ferruccio, con cui si unirono tre fratelli (Costantino, Buono ed Anastasio), figli di Pietro Malguadagna. La lite fu decisa dal duca Marino, il quale si trovava in Traetto. Per ciò fu l'arciprete tenuto a giurare se quella pezza di terra a lui si appartenesse. Egli giurò sopra li santi Vangeli, e richiese che i competitori egualmente giurassero. Allora ne avvenne che questi d'intimorirono e quindi confessarono volontariamente che la pezza di terra alla chiesa di Gaeta si appartenesse. (Così il Federici nell'opera più volte citata “Degli antichi duchi e consoli o ipati della città di Gaeta”, pagg. 233, 234 e 518). Questo ameno villaggio, posto su di una bella e deliziosa collina, nel lato occidentale di Traetto, da cui dista per lo spazio di circa un miglio e più, gode un vasto e ridente orizzonte, guarda sotto di se la grande pianura del Garigliano ad Oriente, il mar Tirreno con il bel gruppo delle isole ponziane e quello delle Enarie a mezzogiorno, volgendo lo sguardo poi ad occidente selle belle città di Gaeta, Formia, borgo e spiaggia di Gaeta, nonché sul vicinissimo promontorio di Scauri, famoso per le ville di Marco Emilio Scauro, celebre console romano. Tremonsuoli conta una popolazione di circa 650 abitanti, e di questi, quasi il quinto esercita il mestiere della marina, in fatto di pesca. La purezza dell'atmosfera e la salubrità della posizione geografica rende quel popolo di una forte e bella complessione fisica, e specialmente nel sesso gentile, che attira l'ammirazione di tutti i paesi circonvicini. Nel centro del paese vedesi la vetustissima chiesa parrocchiale dedicata al martire san Nicandro, che è pure il patrono principale dello stesso villaggio, la cui festa si celebra con gran pompa da quel popolo. Di questa chiesa tenne la cura il celebre Samuele, prete dell'istesso luogo in cui nacque, e che poi divenne Vescovo di Traetto, dopo esserne stato canonico ed arcidiacono, come risulta dalla serie dei vescovi traettani. Oggi vi esercita la cura parrocchiale il r.mo don Antonio de Nitto del borgo di Gaeta. Samuelis: Trajecti episcopus ecclesiae praefuit per anno xedecim (DCCCCXXXVII – DCCCCLIV), quo vero anno sit mortus ignoratur. Tremonsulis natalem habuit prope Trajectum. Obiit domnus Felix et Samuel in episcopum ordinatur. Sedit annum tantum, menses IV. Doctrina insignis presertim grecis et latinis litterisIlic a teneris ingenue edoctus in Monte Cassino religionis documenta sub viribus doctissimis perdidicit. Ejus corpus in ecclesia s. Benedicti sepultum. (La chiesa di san Benedetto era l'attuale parrocchia di san Biagio, poiché fu questo l'antico monastero delle suore benedettine, che per moltissimi anni vi dimorarono).

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