Tremensuoli: La storia di una terra e le fatiche di un popolo narrate dallo storico Aurelio Carlino
Michela Guerra |
Dopo aver pubblicato nel 2022
“Tremensuoli in guerra, un uomo che lottò per la nostra libertà”, Aurelio
Carlino prosegue il suo lavoro di valorizzazione del territorio con un nuovo
libro: “Tremensuoli (tracce sparse di storia locale)”, stampato dalla casa editrice
Caramanica nel 2024. Come si evince dal titolo, l’autore, attraverso una lunga
e fruttuosa ricerca di fonti e documenti, ricostruisce l’origine, lo sviluppo e
gli eventi che hanno segnato la storia del borgo più antico di Minturno.
Carlino parla di tracce sparse, poiché dopotutto le fonti più antiche sono
spesso frammentarie e la ricostruzione degli eventi non è affatto un processo
lineare, eppure lui riesce ad ordinare i documenti, delineando un percorso che
va dalle ipotesi sulle origini del nome Tremensuoli fino agli avvenimenti più
recenti. Il libro si apre con la prefazione di Salvatore Cardillo che
sottolinea l’importanza del lavoro di ricerca di Carlino ed anticipa alcuni degli
aspetti centrali del libro: L’etimologia del nome Tremensuoli, lo stretto
legame fra questo antico borgo ed il vicino Scauri, l’attenzione verso antichi
monumenti dimenticati e la descrizione dei mestieri di un tempo. Carlino
procede con ordine: All’inizio spiega le diverse ipotesi sull’origine del nome
Tremensuoli e ne riporta le prime attestazioni in antichi documenti. Tracce
della storia di questo borgo si ritrovano in alcuni monumenti risalenti
all’epoca romana: La grotta e la cisterna. Riguardo la prima, l’autore
sottolinea che “è una grotta che nessuno sa di esistere. Non è indicata nelle
carte. Non è segnalata da cartelli stradali” (pag. 50). Eppure si tratta di
quel che è rimasto di una costruzione romana, di un monumento che richiama alla
nostra memoria un passato glorioso, di un rudere che è stato più volte un rifugio:
Prima per i Saraceni, poi per i soldati ed i cittadini di Tremensuoli durante
la Seconda guerra mondiale. A causa del trascorrere del tempo e della
noncuranza, tale grotta ha subito vari danni e attualmente è ricoperta da una
folta vegetazione. Aurelio Carlino, amareggiato da questa negligenza e
preoccupato per le sorti di questo monumento, lancia un appello: “qualcosa,
forse, è ancora recuperabile, ma è necessario fare presto, altrimenti ancora
una volta, avremo perduto un bene monumentale” (pag. 50). Altrettanto
interessante è la cisterna romana, la cui storia è raccontata dal professor
Mario D’Onofrio, il quale mette in evidenza la connessione fra tale cisterna ed
alcuni reperti archeologici rinvenuti sul Monte d’Ercole. Sia la grotta sia la
cisterna sono antichi monumenti della nostra storia, dovremmo ritenerci
fortunati ad averli nel nostro territorio e non lasciare che siano dimenticati,
perché le tracce della nostra memoria devono sempre essere preservate e
valorizzate. Dalle radici della nostra cultura, Aurelio Carlino passa alle
missioni di evangelizzazione cristiana ad opera della Congregazione della
Passione di Gesù Cristo, detti Passionisti, e dei Frati Minori d’Abruzzo, i
quali hanno lasciato due croci in ricordo del loro passaggio: Una tra Via
Carmine Cappuccia e Via Piazzatella ed un’altra fra Via Monte San Luca e Via Giovanni
Cena. Di Tremensuoli, infatti, lo scrittore mette in evidenza l’aspetto spirituale
che ancora oggi permane e cui tutti gli abitanti sono partecipi, in particolare
durante le processioni in memoria del santo patrono Nicandro. Il coraggio e la
determinazione di questo santo, ispirato da una profonda ed incrollabile fede
in Dio, lo hanno reso un martire, un eroe cristiano che si è opposto al volere
dell’imperatore ed ha affrontato il suo destino a testa alta, fiducioso nella
promessa di una vita eterna. L’autore narra la storia della Chiesa dedicata a
San Nicandro e sottolinea come questa, per molti anni, sia stata un luogo di
raccolta e di preghiera non soltanto per i fedeli di Tremensuoli, ma anche per
quelli di Scauri. La situazione cambia nel 1931, quando è edificata la Chiesa
di Maria Santissima Immacolata a Scauri, evento di cui si rammarica don Antonio
Forte, l’ultimo parroco che era stato per anni un punto di riferimento per
tremensuolesi e scauresi. Ripercorrendo la storia di Tremensuoli, è doveroso
ricordare quel che ha patito la popolazione durante la Seconda guerra mondiale
e le conseguenze disastrose di questo conflitto a distanza di anni, infatti, il
19 marzo del 1947, giorno della festa di san Giuseppe, tre fratelli stavano
portando le pecore al pascolo quando si imbattono in una mina e muoiono
all’istante. Dei tre fratelli Conte restano soltanto i volti sfigurati e alcuni
oggetti conservati gelosamente dalla famiglia. Carlino racconta questo tragico
evento suscitando commozione nei lettori e facendoli rabbrividire al pensiero
della morte che la guerra porta con sé, anche a distanza di tempo, anche quando
tutto sembra finito ed il popolo si sente finalmente al sicuro. Per non
dimenticare gli orrori della guerra e sottolineare l’importanza della pace che
sempre deve guidare le scelte politiche così da garantire reciproco rispetto
fra i popoli, il 19 giugno del 1994 è stata celebrata proprio a Tremensuoli la
“Giornata della Pace” ed in questa occasione sono intervenuti il sindaco di
Minturno Vito Romano, il consigliere regionale Antonio Signore, il consigliere
comunale Giuseppe Romano ed il professor Michele Graziosetto, preside del Liceo
Scientifico “Alberti” di Marina di Minturno. La Giornata della Pace è stata
un’occasione per sottolineare un valore fondamentale per cui vale la pena
lottare con la forza della ragione, con l’efficacia della parola e soprattutto
uniti da un sentimento comune di giustizia sociale, poiché, in fondo, sono
sempre i civili a pagare il prezzo più caro, dalle famiglie dei soldati caduti
fino ai genitori dei poveri fratelli Conte. Aurelio Carlino arricchisce il suo
saggio con la descrizione di antichi mestieri, con la condivisione di foto e
ritagli di giornali appartenenti al passato ed, infine, con i suoi ricordi
dell’infanzia e della gioventù: I giochi di un tempo e le giornate trascorse
all’oratorio a giocare a pallone con i suoi amici. Questi racconti intimi e
genuini strappano un sorriso a noi lettori che, a fine libro, siamo grati a
Carlino per averci guidato in questo viaggio alla scoperta di Tremensuoli,
riempiendo d’orgoglio il cuore dei tremensuolesi e stimolando l’interesse da
parte di tutti gli altri.
Michela Guerra
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