In memoria di Mimmo.


“Qui non è molto diverso da quando te ne sei andato... la gente è sempre la stessa ed il teatrino tende a ripetersi, quasi quotidianamente... facce, volti che si sorridono, saluti rituali, frasi dette e ridette, usurate dal tempo, consumate... la gente s’incontra, senza toccarsi... come due auto che viaggiano a duecento: s’intravedono per una frazione di secondo... Mi piacerebbe tornare indietro... vorrei salutarti, almeno, visto che te ne sei andato così, all'improvviso, senza dire una parola... Vorrei conoscerti meglio, perchè non ti ho mai conosciuto molto, pur conoscendoti in pratica da sempre. Mi piacerebbe indulgere in qualche ricordo, come fossimo due vecchi su una panchina di un parco e poi, tranquillamente, salutarci, come facevamo sempre. Sai... c'è qualcosa di magico nella vita, di misterioso, di tremendamente bello... ma come tutto ha il suo contrario, c'è anche qualcosa di profondamente tetro e buio... è come trovasi sulla cima di un monte, guardare da una parte e vedere paesaggi meravigliosi, voltarsi dall'altra e vedere il regno delle tenebre... a volte, una frazione di secondo, un attimo, un maledettissimo attimo, cambia le cose, le rende diverse, le stupra con violenza e tutto quello che ci sembrava stupendo, si trasforma, diviene lontano, freddo, distante... a volte quel maledettissimo attimo porta via la vita. Ho un'immagine di te: sempre disponibile, te ne voli via, sul finire di una giornata qualsiasi, col sole rosseggiante, diretto chissà dove”...

Con tutto il mio affetto.

Giovanni da Anzio

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