Il veterano Rocco Telese ritorna a Tremensuoli dopo 77 anni.
Con un giorno d’anticipo, il 30 novembre 2021 invece
del 1° dicembre, è giunto a Tremensuoli Rocco Telese, 96 anni, di origine
italiane ed appartenente al 339° battaglione dell'85^ Divisione; dopo 77 anni è
ancora lucido come un giovanotto e racconta delle fasi più complicate dei
combattimenti nella zona di Tremensuoli e Minturno. Rocco è un
ambasciatore della memoria della "Linea Gustav" che attraversava il
territorio tremensuolese e lui, insieme con i suoi compagni d’arme erano
schierati sulla linea del fronte contro i nazisti nel mese di maggio del 1944.
Rocco Telese, giunto a Tremensuoli, nelle ore pomeridiane ha fatto tappa al
monumento di Piazza Bergantino inaugurato il 2 settembre 1992, voluto dalla
"Polar Bears Association of World War II" (Associazione "Orso
Polare" della II guerra mondiale), un sodalizio che riunisce tutti i
veterani del secondo conflitto mondiale e rappresenta il sacrificio di mille e
cento soldati americani periti nel Lazio meridionale durante l'operazione di
sfondamento della "Linea Gustav". L'Associazione "Orso
Polare", raccoglie oggi tutti i reduci appartenuti al 339° reggimento
fanteria che fu affiancato in Italia da una compagnia del 910° battaglione
d’artiglieria campale, dal 310° battaglione sanità e dal 310° reparto genieri.
Per ricordare la gloria di questi eroi, i combattenti del 339° reggimento hanno
costruito soltanto due monumenti: Uno rappresenta un orso polare e si trova a
Troy (Michigan), vicino Detroit, negli Stati Uniti, da dove provenivano molti
soldati del reggimento, il secondo monumento, ben più modesto, si trova proprio
a Tremensuoli, la più antica frazione del Comune di Minturno, dove il 339°
reggimento fanteria partecipò alla durissima battaglia, al termine della quale
fu sfondata la "Linea Gustav". Rocco Telese ha poi fatto tappa in Via
Piazzatella per salutare la quasi centenaria signora Nunziata da lui
sicuramente ricordata e con la quale ha voluto fotografarsi scambiando molte
parole in italiano d’affetto e di amicizia. Giunto in Piazza Capo Trivio ha ricordato
il vecchio ristorante dove nascose numerose cassette di munizioni, mai più
ritirate e la chiesa di san Nicandro dove ha potuto entrare e restare in preghiera,
ricordando il periodo passato sulla collina 66, lungo la cresta di san Domenico
ed al Pantanello. Consigliato da Giovanni D’Onofrio, del Comitato di Quartiere
Tremensuoli (CdQT) ha potuto vedere le “Sepporte” un rifugio dove i paesani si
nascondevano per sfuggire ai bombardamenti e lo stabile dove era sistemato il
comando tedesco in Largo Cappella. Rocco era accompagnato dagli amici dell’Associazione
“Battaglia di Cassino”, “Gotica Toscana” e da Andrew Biggio, l’autore di “The
Rifle”, il libro che raccoglie tutte le esperienze ed i racconti dei veterani della
2^ guerra mondiale incontrati ed intervistati proprio da lui. Lo scrittore, già
arruolato nel Corpo dei Marine, ha
vissuto in prima persona il combattimento, durante le sue missioni in Irak ed
Afganistan. Da queste esperienze e dai racconti del nonno che parlava del
fratello, suo omonimo, mai tornato dal fronte, che perse la vita nel settembre
del 1944 sulle montagne sopra Barberino di Mugello (Firenze) e per la sua
famiglia, emigranti nei primi del '900 dalla Liguria, ha deciso di scrivere un
libro raccogliendo racconti e storie direttamente dagli ultimi veterani della
seconda guerra mondiale: Tutti uniti da un filo conduttore, il fucile M1 Garand,
icona dei soldati americani impegnati nel conflitto. Da questo lavoro di
ricerca e ricostruzione, sono uscite le storie degli ultimi reduci ancora
viventi, tra cui Rocco Telese. Prima di partire alla volta del museo di
Castelforte, Andrew Biggio ha voluto regalare a D’Onofrio, per tutta la comunità
di Tremensuoli, il suo libro autografato anche da Rocco, a ricordo di un
pomeriggio pieno di emozioni e ricordi indelebili. Rocco ha salutato i presenti
con la frase che non dimenticherà mai: “Pe’ cent’anni!” I cittadini di
Tremensuoli e dintorni ringraziano Rocco Telese e quanti hanno combattuto e
perso la vita in giovane età, per ridare la libertà ai nostri padri e nonni che
hanno ricostruito l’Italia ridando la speranza di una vita migliore.
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