L'ATTACCO DEL 2° BATTAGLIONE DEI ROYAL SCOTS FUSILIERS A MONTE ARGENTO IL 17 GENNAIO 1944.
La 5a divisione di fanteria britannica, inquadrata nel XIII Corpo, aveva
attraversato lo stretto di Messina il 3 settembre 1943, muovendosi verso il
nord per raggiungere la 5a Armata americana che nel frattempo era sbarcata a
Salerno l’8 settembre. Le due Armate si ricongiunsero il 18 di quel mese. Dopo
un periodo trascorso fra Abruzzo e Molise, la divisione fu trasferita sul
fronte adriatico in tempo per il Natale 1943. Il 2 gennaio 1944, il X Corpo
britannico raggiunse la 5a Armata sul fronte tirrenico. Il 3 gennaio il 7°
CHESHIRE fu rilevato dai Neozelandesi e, dopo quattro giorni di pioggia, neve e
forti venti, raggiunse segretamente Cancello, a sud del fiume Volturno. Là
cominciò un intenso addestramento per la conduzione di barche, di giorno e di
notte; i comandanti cominciarono ad osservare il Garigliano dalle alture del
monte Massico, mentre i soldati si addestravano, la 5a divisione fu trasferita
al X Corpo britannico ed assunse il difficile compito di forzare il passaggio
del Garigliano, con il preciso scopo di allontanare le riserve tedesche dalla
zona di Anzio. La storia del 6° SEAFORTH riporta che "Il tempo ritornò
sorprendentemente bello e di giorno faceva caldo; il battaglione era molto
vicino alla spiaggia e le settimane passarono in modo piacevole". Il primo
assalto era compito del X Corpo e fu fissato per il 17 gennaio. All’operazione
fu attribuito il nome in codice di PANTHER. Il Corpo doveva forzare
l’attraversamento del Garigliano tra il monte Castelluccia alla destra ed il
mare alla sinistra. Due giorni dopo, il 19 gennaio, doveva seguire l’attacco
della 46a divisione di fanteria sulla loro destra, a Sant’Ambrogio. Il compito assegnato
al X Corpo era una vera sfida perché il Garigliano era completamente dominato
dai tedeschi, schierati con due reggimenti della 94a divisione di fanteria tra
Minturno e Castelforte. La monotona pianura costiera di forma semi-circolare,
era di circa otto miglia e di cinque verso l’interno. La parte a sud-ovest
confinava con una catena di montagne che raggiungevano i 2.600 piedi ed ogni
movimento in avanti finiva sotto l’immediata osservazione dei tedeschi sulla
linea Tremensuoli-Minturno-Tufo. La catena montuosa era dominata dal monte
Petrella, a 5.000 piedi. I tedeschi avevano organizzato la difesa con la loro
consueta pratica, con piccoli posti avanzati nella pianura e con la linea di
difesa principale sulle alture all’entrata della valle dell’Ausente, quando il
X Corpo ricevette questo incarico, il piano della 5a Armata prevedeva che la
pressione principale fosse cominciata il 20 gennaio con un attacco del II Corpo
americano attraverso il Rapido (Gari) a cinque miglia da Cassino. Nello stesso
tempo il Corpo di spedizione francese avrebbe continuato i propri attacchi
sulla destra, verso monte Cairo, cominciati il 12 gennaio. Il piano del X Corpo
prevedeva di far passare il Garigliano a quattro brigate e di stabilire una
testa di ponte di là della riva nemica per una profondità di sette miglia. La
56a divisione di fanteria aveva come obbiettivo Castelforte e il monte Damiano;
la 5a divisione di fanteria doveva puntare su Tremensuoli, Minturno e Tufo. Il
confine fra le due divisioni era il fiume Ausente. Una volta che la testa di
ponte sarebbe stata assicurata, la 5a divisione avrebbe dovuto puntare a nord,
verso la Strada
Minturno-Ausonia-San Giorgio, per raggiungere la valle del
Liri. Era previsto di arrivare ad Ausonia nel pomeriggio del 18 gennaio, il
giorno D+1. La 5a divisione aveva ai suoi ordini la 201^ Gds Bde, mentre il 40
RTR era stato diviso fra le due divisioni. Il 40° Cdo RM era alle dipendenze
della 56a divisione con il compito specifico di catturare il monte Damiano. Sulla
costa, compito della 5a divisione era quello di sbarcare all’estuario del
Garigliano con due brigate, di attraversare il fiume presso il ponte stradale
della statale 7 e quello della ferrovia Roma-Napoli, prendere Minturno e Tufo e
poi di utilizzare le altre due brigate per sfruttare la valle dell’Ausente al
fine di assicurare il passaggio verso San Giorgio. L’obbiettivo della 56a
divisione era la cattura di Castelforte, alla destra della 5a divisione, ed
impossessarsi di monte Damiano, che dominava la strada per Ausonia. Obbiettivo
della 46a divisione era invece quello di attraversare il Garigliano dalla parte
di Sant’Ambrogio e di mettersi in posizione per coprire l’attacco americano sul
Rapido, che doveva iniziare il 20 gennaio. Per il comando del X Corpo, tutta
l’artiglieria doveva appoggiare la 56a divisione, mentre il passaggio della 5a
doveva avvenire in silenzio. L’attacco della 5a divisione era previsto in tre
fasi: nella prima fase la 13a brigata di fanteria a destra e la 17a brigata a
sinistra doveva passare il fiume e prendere Tremensuoli, Minturno e Tufo; nella
seconda era la volta della 201a brigata Guardie e della 15a brigata di fanteria
di passare il fiume a loro volta, a sinistra, la 201a brigata doveva spingersi
verso Scauri, mentre la 15a brigata doveva avanzare verso la valle dell’Ausente
per assicurare Santa Maria Infante e Bracchi. Per ciascuna brigata l’operazione
era a sua volta suddivisa in due fasi principali. Nella prima fase due
battaglioni dovevano passare il fiume per garantire il possesso della riva
(l’equivalente di 800 uomini su otto compagnie di fucilieri); nella seconda era
previsto l’intervento di un terzo battaglione con il compito di prendere la
zona di Tremesuoli-Minturno-Tufo. Il generale Clark non pensava che sarebbe
stato possibile uno sfondamento, ma desiderava che gli attacchi del 17 gennaio
1944 coinvolgessero le riserve tedesche stanziate nell’area di Roma in tempo
per lo sbarco ad Anzio, previsto per il 22. Si sperava che con il beneficio
della sorpresa ed una rapida avanzata verso i colli Albani, da dove passano le
statali 6 e 7, i tedeschi si sarebbero ritirati a nord di Roma, mentre una
simile realtà avrebbe potuto verificarsi negli ultimi tre mesi, lo spionaggio
alleato non aveva capito che la strategia di una ritirata difensiva era stata
adottata solo con lo scopo di preparare la Linea Gustav, dove i
tedeschi intendevano resistere adfino all’ultimo. La valutazione
dell’Intelligence era stata, in ogni modo, troppo ottimistica. Per il suo
attacco, il X Corpo decise di utilizzare 14 zattere per il primo passaggio,
delle quali due più robuste per i carri armati. I genieri furono provvisti d’ogni
equipaggiamento da ponte, ma non furono in grado di montarne nessuno perché
l’artiglieria tedesca prese di mira i punti di passaggio. Dovettero servirsi
delle strade perché le piogge avevano ridotto i campi in acquitrini e queste
strade erano sotto il tiro dell’artiglieria nemica. L’inizio della preparazione
dell’attacco andò bene: fu approntato lo schieramento dell’artiglieria e la
grande quantità di munizioni necessaria fu portata avanti usando la sola
statale 7, che era anche l’unica via. Diversi posti avanzati tedeschi furono
eliminati senza destare troppo sospetto. Tra il 16 ed il 17 gennaio le
posizioni tedesche della 94a divisione di fanteria furono bombardate
dall’aviazione, da due incrociatori e cinque cacciatorpediniere. Kesselring non
si accorse di nulla, ma Vietinghoff fu incauto. Sulla sinistra, nell’ambito
della 17a brigata, che avrebbe iniziato alle 21 del 17 gennaio, l’intenzione
era che il 2° RSF, a bordo di DUKW e LCT, sarebbe sbarcato a circa 2.000 iarde a
nord della bocca del Garigliano, mentre il 2 SEAFORTHS avrebbe passato il fiume
su barche vicino a Pontefiume, quindi il 2° NORTHANTS, riserva della brigata,
sarebbe passato attraverso il 2° SEAFORTHS per poi girare a sinistra ed
attaccare Tremensuoli. Sarebbero stati assistiti dal fuoco di uno degli
incrociatori e sarebbero stati appoggiati dai carri del 40 RTR. Con il 2° RSF
ci sarebbe stata la compagnia B del 6° SEAFORTH che aveva l’incarico di pulire
la riva nord a sostegno del suo stesso battaglione, “rullando” il fianco delle
difese tedesche. Sulla destra, la 13a brigata, partendo alla stessa ora, doveva
utilizzare due punti: il 2 WILTS a circa 1.400 iarde all’inizio del ponte sulla
ferrovia e il 2 RIF a 1.400 iarde a valle dello stesso. Una volta passato il
fiume ed assicurata la riva, il 2 CAMERONIANS doveva passare in mezzo e
dirigersi verso Tufo. La fase 1 doveva iniziare alle 21 e la fase 2, il
passaggio dei CAMERONIANS, alle 3:30. Al 7 CHESHIRE, la compagnia A era stata
assegnata alla 17a brigata, la B
alla 13a, la C alla
201a brigata Guardie e la D
alla 15a brigata come riserva divisionale. I DUKW del 2° RSF
erano stati portati a Sorbello il 16 gennaio ed il battaglione, con la
compagnia A del 7° CHESHIRE, si mosse alle 17 verso i punti d’imbarco a nord di
Mondragone, con ogni uomo provvisto di biscotti dalla "Church Army".
Mondragone era a sette miglia e mezzo dall’estuario del Garigliano.
L’intenzione era quella di sbarcare sulla spiaggia a nord del fiume, a metà fra
l’estuario e il Monte d’Argento, che era una collinetta dominante l’intero
fronte della 17a brigata. Alle 19, le compagnie A e B entrarono nell’acqua ed
iniziarono il loro viaggio previsto in 150 minuti, seguite dalla compagnia B
del 6 SEAFORTH e dalla compagnia A del 7 CHESHIRE; 30 minuti dopo seguivano il
comando di battaglione e le compagnie C e D. Gli sbarchi dovevano avvenire in
tre ondate in due punti a circa 200 iarde uno dall’altro. La compagnia B doveva
localizzare il Monte d’Argento, la compagnia A aveva il compito di inoltrasi
verso la statale 7 e le compagnie C e D dovevano passare in mezzo e prendere
contatto con il 6° SEAFORTH, che avanzava da est pronto per il prossimo attacco
della 17a brigata a Minturno. La compagnia B del 6° SEAFORTH doveva sbarcare con
la compagnia A e ripulire l’area della spiaggia immediatamente a nord per
aiutare il resto del battaglione. Nella prima ondata, alle 21.00, sulla
sinistra e più a nord delle spiagge stabilite, un plotone della compagnia B
avrebbe dovuto piazzare una luce rossa, mentre altrettanto avrebbe dovuto fare
un plotone della compagnia A a sud. Un altro plotone doveva inoltrarsi fino al
ponte della ferrovia sulla statale 7. Nella seconda ondata, 30 minuti dopo la
prima, il resto della compagnia B avrebbe dovuto inertizzare le difese tedesche
del Monte d’Argento e garantire lo sbarco per l’avanzata delle compagnie C e D
per incontrare il 6 SEAFORTH. La compagnia A del 7 CHESHIRE avrebbe dovuto
trincerarsi con armi pesanti sul monte d’Argento, dopo che questo fosse stato
occupato dal 2 RSF. Il resto della compagnia A del 2 RSF doveva sbarcare alla
destra della spiaggia, tagliare la statale 7 ed unirsi alla compagnia C. Le
compagnie C e D, ed il comando di battaglione, venendo dopo con la terza ondata
alle 22.00, dovevano muoversi verso l’interno e unirsi al 6° SEAFORTH. Alle 3
del 18 gennaio, credendo che gli sbarchi fossero andati secondo i piani, il 6°
SEAFORTH ed il 2° RSF dovevano cambiare direzione e unire le forze per
l’attacco al Monte del Duca (quota 141), a sinistra di Minturno, prima di
muovere verso Monte Natale (quota 156). Il 2 NORTHHANTS doveva seguire i due
battaglioni e attaccare Tremensuoli. A quel punto la 201a brigata delle Guardie
avrebbe preso la testa per avanzare verso Monte Scauri. Cosa non funzionò nel
piano della 17a brigata di fanteria? Il diario storico del 2 RSF riporta: "Il
piano di sbarco del battaglione fallì completamente e l’unità fu brutalmente
disorganizzata fin dall’inizio. Molti dei conducenti andarono troppo lontano
dalla costa e così fu impossibile utilizzare le luci di guida messe ad
intervalli lungo la spiaggia o vedere la bocca del fiume che sarebbe stata la
guida più sicura". Il maggiore Sandilands, comandante in seconda del 2°
RSF riferì che: "Prima dell’inizio del bombardamento alle 21, non avevamo
la più pallida idea di dove fossimo. Era già chiaro che la terza ondata fosse
in ogni caso persa". Era una notte molto scura e le correnti veloci del
fiume rendevano molto difficile la navigazione alla bocca dell’estuario. I
DUKW, guidati da americani, sbagliarono i tempi di sbarco e non portarono le
compagnie nei punti giusti. La fosforescenza del mare provocata dai DUKW, che
erano a non più di 200 iarde dalla spiaggia, attirò il fuoco dell’artiglieria
tedesca. Come risultato, lo sbarco della 17a brigata fu confuso ed il primo a
sbarcare fu un distaccamento della 141a Field Ambulance con un maggiore del 2°
NORTHANTS e parti di rifornimenti. Alle 21:45, la compagnia A del 7° CHESHIRE
lasciò cinque plotoni, sbarcati dai DUKW, giusto a 500 iarde a sud del Monte
d’Argento, presto seguiti dal 2° RSF. Come la 141a Field Ambulance, il maggiore
del 2° NORTHANTS e le parti di rifornimenti, la compagnia A era stata sbarcata
prima della fanteria che pensavano di appoggiare. La storia del reggimento
Cheshire annota allegramente: "E’ probabile che questa sia stata la sola
volta durante la guerra che i mitraglieri siano sbarcati su una spiaggia ostile
prima dei battaglioni di fucilieri e la compagnia A ebbe tutte le ragioni per
essere orgogliosa di questo". Verso le 22, il comandante della compagnia
A, maggiore EGS Mather, in esplorazione verso il Monte d’Argento fu ferito
dall’esplosione di una mina e i tedeschi reagirono con un pesante fuoco di
mitragliatrici e mortai proveniente dalle grotte del monte con il risultato che
quando arrivarono la compagnia A ed il 2° RSF furono immobilizzati. Per
risposta, un plotone della compagnia A del 7° CHESHIRE, al comando del tenente Harris,
portò avanti una mitragliatrice Vickers fino a 150 iarde dalle grotte. Constatando
che da quella posizione non potevano raggiungere una particolare mitragliatrice
tedesca che spazzava la spiaggia e metteva in pericolo gli uomini del 2° RSF,
quando sbarcavano, si mossero di nuovo fino a 100 iarde distruggendo la
postazione, ma non poterono progredire senza l’aiuto del 2 RSF. La storia del
reggimento Cheshire descrive come, nonostante le ferite, "il successo di
questa operazione fu largamente dovuto all’eccellente conduzione ed
all’iniziativa del maggiore Mather che, realizzando come il 2 RSF fosse
sbarcato in un posto sbagliato, aveva condotto l’attacco contro la postazione
sovrastante". Un’altra disgrazia fu il ritardo dello sbarco dei genieri
che dovevano sgombrare dei percorsi attraverso i campi minati sulla spiaggia
perché questo impediva l’intero attacco. Senza la pulizia dei percorsi, il 2°
RSF avrebbe dovuto lottare per uscire indenne dalla spiaggia ed arrivare
all’appuntamento con il 6 SEAFORTH. Il diario di guerra del 2 RSF ricorda che: "Non
una delle imbarcazioni che portavano le compagnie d’assalto dei Royal Engineers
trovò la spiaggia giusta.”. Aggiungendosi alle tante tribolazioni, i carri di supporto del 40 RTR ed
un gruppo di pezzi anticarro – condizione chiave per insinuarsi attraverso il 2°
RSF ed effettivamente in grado di fronteggiare qualsiasi opposizione da parte
tedesca – erano stati mandati sulla riva a sud del fiume e nella confusione
avevano attaccato il comando di battaglione del 2° NORTHANTS. Il maggiore
Sandilands ricordava che: "Appena iniziammo a marciare verso l’interno,
gli uomini iniziarono a finire sulle mine e tornammo indietro alla spiaggia.
Era molto sconfortevole; eravamo bloccati sulla spiaggia dalle mine di fronte e
dal mare dietro, mentre le mitragliatrici tedesche ci sparavano contro
spasmodicamente. Il colonnello prese atto di quello che aveva a disposizione
sulla spiaggia: le compagnie C e D; una parte della compagnia A del 7°
Cheshire; il RAP, il comando di battaglione, compresa la batteria comando, e un
ufficiale osservatore dell’artiglieria, nessun pioniere d’assalto e nessun
geniere della 42a compagnia dei Royal Engineers". Di conseguenza, al posto
del piano originale la compagnia D fu incaricata di prendere il Monte d’Argento
e la compagnia C di avanzare verso la statale 7 com’era stato previsto. Le
compagnie C e D mossero in avanti, ma immediatamente persero degli uomini nei
campi minati. Le mitragliatrici tedesche e dei pezzi da 88 aprirono il fuoco
dal Monte d’Argento; la compagnia D mosse lungo la spiaggia per prendere il
Monte d’Argento supportata dall’intera artiglieria divisionale e, allo stesso
tempo, sbarcò la compagnia A. Il capitano Saunders, comandante in seconda della
compagnia D riporta che: "Di fronte a noi c’era un campo minato dove non
potevamo trovare nessun passaggio, mentre alla nostra sinistra c’era l’Argento
con il "Boche" in suo saldo possesso che spazzava la spiaggia con le
Spandaus e bombardava con una spiacevole e ferma persistenza. Dietro di noi
c’era il mare ed alla destra, dove i Seaforths avrebbero dovuto arrivare dopo
aver forzato il passaggio del fiume, non c’era nulla se non il fastidio
spiacevole dei "Boches". Sembrava che non ci fosse speranza di
continuare l’azione se non accucciarsi nelle nostre buche e pregare per
l’arrivo dei genieri. La compagnia A, quando finì lo sbarco, raggiunse la
spiaggia a 600 iarde a sud del posto dove avrebbero dovuto essere e
immediatamente puntò a nord lungo il litorale verso Monte d’Argento prima di
inoltrarsi nell’interno avendo ricevuto l’ordine di attaccare il Monte da nord.
Quello che ha rallentato il ritmo e quasi paralizzato il 2 RSF è stata la
considerevole entità e la densità dei campi minati. Si immaginava che l'intera
area fosse stata notevolmente rafforzata dopo il completo successo di un raid
dei Commando nel dicembre 43. Tra le dune e la statale 7, fu
scoperto un campo minato di diverse centinaia di iarde di profondità, cosparso
di una grande varietà di mine antiuomo e trappole esplosive. Questo campo
minato scombinò il nuovo piano del 2° RSF. La compagnia D fu costretta ad
attaccare il Monte d'Argento lungo la stretta battigia sotto il fuoco della
linea fissa delle MG tedesche nascoste nelle cavità e nelle grotte delle
pendici occidentali a sud di Monte d'Argento. La compagnia attaccò tre volte e
per tre volte fu respinta perché il fuoco delle mitragliatrici impedì di
allargare il fronte di attacco. Soffrirono enormi perdite, mentre tutto questo
stava succedendo, il plotone di testa della compagnia B sbarcava a sud del
Garigliano dove aveva sistemato l’impianto d’illuminazione. Questo aveva, però
attirato l'attenzione della SP 78 Bty che era prontamente sbarcata. Non si
ricongiunsero al battaglione fino al giorno successivo. L'altro plotone della
compagnia B con lo stesso compito, prese terra nel posto giusto alle 2. Gli
altri due plotoni della compagnia B caddero in mare. Dei quattro plotoni della
compagnia, tre erano mancanti al momento dell’assalto del 2° RSF. Nel
frattempo, desiderosi di arrivare alla statale 7 com’era stato ordinato, alla
compagnia C si preoccupavano di attraversare il campo minato ed ebbero la
fortuna d’incontrare la compagnia A alle 01, che aveva un "metal
detector". Con l’aiuto del rivelatore, le compagnie A e C, il comando di
battaglione, ed il plotone della compagnia B, all’alba riuscirono a passare attraverso
il campo minato e penetrarono per 1.000 iarde nell'entroterra, permettendo alla
compagnia A di impegnarsi contro il Monte d'Argento da nord est. Sotto la
copertura di un fuoco di fila dell’artiglieria, la compagnia A mosse
all’attacco e raggiunse la base dell’obbiettivo, ma furono costretti ad
indietreggiare a causa dei reticolati di filo spinato e della perdita di tutti
gli ufficiali. Dovettero ritirarsi attraverso la compagnia C e il battaglione
si dispose a difesa perché, con il levarsi del sole, era chiaro che il 2° RSF
era in una posizione molto esposta e non vi era alcun segno del 6° SEAFORTH che
avrebbe dovuto sbarcare alla destra del 2 RSF e avanzare fino a incontrarli. Fino
a quel momento, il 2 RSF aveva subito la perdita di 140 uomini, tra cui 7
ufficiali. Il maggiore Sandilands ha descritto la scena al mattino del 18: "Il
nemico teneva ancora Argento, che era solo a 700 o 800 iarde di distanza, e ci
aspettavamo proprio una brutta giornata. All'alba, il colonnello fece ritirare
la compagnia D a sud lungo la spiaggia dove non era così esposta al fuoco. Il
resto del battaglione si trincerò dove si trovò". Per tutto il 18, il 2°
RSF subì bombardamenti dal Monte d'Argento e fu ordinato di attaccare la
mattina del 19. Fortunatamente per loro, una pattuglia inviata nella notte tra
il 18 ed il 19, rilevò che Monte d'Argento era stato abbandonato. Alle 01, la
compagnia D e un plotone di mitraglieri della compagnia A del 7 CHESHIRE
andarono avanti per occupare l’obbiettivo, mentre la compagnia B era spostata
verso la statale 7, dove rimasero fino al 23, quando furono sostituiti dal 11
KRRC e si spostarono più avanti per sostenere un attacco del 6° SEAFORTH sul
Monte Natale. Dal 19 al 27 gennaio, la compagnia A del 7 CHESHIRE occupò le
posizioni difensive sul Monte d'Argento per essere poi spostata a Minturno per
sostituire la compagnia D a Minturno, passando sotto il comando della 15° Inf
Bde. Nel frattempo, tornando all’attacco del 17-18 Gennaio quando, sulla destra
del 2° RSF, il 6° SEAFORTH aveva attaccato a Pontefiume, ma il ponte era stato
distrutto alle 21, e così il battaglione fu traghettato dalla compagnia B
del 2° NORTHANTS. Purtroppo, attaccarono esattamente dove i tedeschi avevano
atteso l'assalto principale, anche se l'attacco è stato alla fine un successo,
esso fu raggiunto al prezzo di grandi perdite a causa della pesante reazione
dell’artiglieria tedesca, mentre la sponda nord, opposta a Pontefiume, era
stata riempita di mine anti-uomo. La sponda era inoltre stata ben coperta da MG
e mortai tedeschi in postazioni fisse. Il 6° SEAFORTH fu così immobilizzato e
non fu in grado di appoggiare lo sbarco del 2° NORTHANTS, che era previsto per
le 4. Tuttavia, alla prima luce, il 2° NORTHANTS era stato traghettato; il 6°
SEAFORTH aveva attraversato con successo il fiume, attestandosi in un punto
d'appoggio sul bordo orientale e si spinse verso Minturno. Con la prima luce,
il 2° NORTHANTS, meno la compagnia B che era ancora sui traghetti, era sulla
riva opposta, con il 2° RSF ed il 6° SEAFORTH. Tuttavia, il campo minato di
fronte alla 17^ Inf Bde si dimostrò un ostacolo molto ampio e molti uomini del
6° SEAFORTH dovettero essere recuperati ed evacuati, cosa che erose
ulteriormente le capacità della brigata. Inoltre, qualsiasi tentativo di
portare avanti rifornimenti e veicoli fino a Pontefiume fu immediatamente
oggetto di bombardamenti dell’artiglieria tedesca, così come sulla fanteria
nella pianura. Come si levò il giorno del 18 gennaio, la testa di ponte fu
sottoposta ad un pesante intervento dell’artiglieria tedesca, perfezionato
dagli osservatori nascosti sulle colline a nord. Le posizioni della 17^ Inf Bde
erano le più esposte, immobilizzata dai campi minati e dal fuoco d’artiglieria
sulla pianura intorno al Monte d'Argento. Fu creato uno schermo di nebbia
artificiale, ma la brigata aveva sofferto così tante vittime che faticò a
mantenere il possesso del triangolo di terreno che avevano conquistato intorno
al Monte d'Argento. Sulla sinistra del X (BR) Corpo, l'inizio dell’operazione
PANTHER fu infausto e solo l'avanzata della 13^ Inf Bde sul fianco destro, che
fu presto seguita dalla 15^ Inf Bde, alleviò la pressione nemica. Nella 13^ Inf
Bde, il 2° WILTS riuscì a far passare tre delle quattro compagnie entro la
mezzanotte del 17-18 e l'avanzata fu interrotta solo perché il 2° RIF era stato
gravemente ritardato, a causa dell’affondamento di molte barche. Il successo
della fase 1 non fu dichiarato fino alle 04:55 e la fase 2 iniziò alle 5:30,
anziché come previsto alle 3:30. Il punto di passaggio del 2° RIF era
particolarmente ben difeso, così il battaglione si era spostato a sinistra,
utilizzando il punto previsto per il 2° WILTS. Attraversò il Garigliano alle 3
e poi si trasferì di nuovo a destra per tornare alla corretta posizione per
l'avanzata prevista su Tufo. Tuttavia, la difficoltà della traversata fu tale
che rimasero solo 20 uomini della compagnia A. Il 2 WILTS raggiunse la Strada
Minturno-Castelforte dalla prima luce del 18, spingendosi
avanti fino alle colline in direzione di Tufo. Per tutto il 18, i tedeschi
contrattaccarono contro la 13^ e 17° Inf Bde, utilizzando alcuni carri armati.
Tutti i loro tentativi furono respinti in gran parte grazie ad un uso
efficiente delle artiglierie. Il 2° WILTS trascorse la maggior parte del
pomeriggio del 18 gennaio in combattimenti a corpo a corpo a Tufo: attaccarono,
protessero e poi persero Tufo, ma la compagnia B sulla destra era sul Colle
Casale (quota 199) dalle 8 di quel giorno. Contrattaccata, si ritirò nella
parte elevata del villaggio ad est. Il 2° RIF lanciò la fase 2 alle 5:30 e dopo
aver subito enormi perdite, da mezzogiorno, aveva guadagnato un punto
d'appoggio a 800 iarde nella testa di ponte. L’alba del 18 gennaio trovò la 5^
BR Inf Div in una posizione molto scomoda e delicata, ma per fortuna una fitta
nebbia limitò la visibilità e l’artiglieria tedesca non poté affinare il tiro, anche
se l'attraversamento del fiume era stato raggiunto, la testa di ponte era molto
debole. Fondamentalmente però il X (BR) Corps aveva dieci battaglioni sulla
riva opposta, con le zattere che portavano cannoni anticarro ed armi pesanti. Il
comando della 5^ BR Inf Div si rese conto che la 17^ Inf BDE non poteva
avanzare e che Minturno sarebbe dovuto essere attaccata dalla 13^ Bde Inf da
destra invece che di fronte. Fu ordinato a due compagnie del 2° CAMERONIANS di
serrare più a sinistra in direzione di Minturno, a sostegno del 2° WILTS che
stava combattendo a Tufo, dove l'attacco non era riuscito. Tuttavia, il punto
importante fu che le unità del X (BR) Corps attestate nella testa di ponte
furono abbastanza pronte a respingere i contrattacchi della 94a divisione di
fanteria tedesca. Questo successo causò al XIV Pz Corps qualche seria
preoccupazione circa la capacità della 94a divisione di tenere la linea.
Kesselring ordinò così alle riserve mobili radunate nella zona di Roma di
provvedere ad un rinforzo. Furono mobilitate la 29^ Pz Gren Div, la 90^ Pz Gren
Div ed elementi della Hermann Goering Pz Div agli ordini del generale Schlemm comandante
il I Corpo paracadutisti. Kesselring fu in grado di arginare il X (BR) Corps
dal 20-21 Gennaio 44 in poi. Il risultato fu che l'intento del X (BR) Corps di
avanzare dalla valle Ausente nelle retrovie della Linea Gustav svanì. Tuttavia,
esso aveva raggiunto l'intento di Clark, che era quello di portare le riserve
tedesche a sud, lontano da Anzio, dove lo sbarco stava per essere lanciato
nella notte del 21-22 gennaio. Vi è una certa speculazione su ciò che avrebbe
potuto essere se il X (BR) Corps avesse avuto delle riserve disponibili per
sfruttare il primo successo e fare un passo avanti decisivo. IL X (BR) Corpo
non aveva gli uomini necessari, ma non ci sarebbe stato certamente il tempo per
Clark di modificare il piano generale di battaglia e di cancellare o modificare
l'attacco centrale che il II (US) Corpo aveva programmato. Clark non riuscì a
valutare la fragilità della posizione tedesca ed il piano rimase invariato. Le
due divisioni di rinforzo arrivarono fra il 20 ed il 21 gennaio, stabilizzando
così le posizioni tedesche di fronte al X Corpo. La 5^ BR Inf Div decise che
non avrebbero potuto fare di più fino a quando gli obiettivi originali della 17^
Inf Bde intorno a Minturno e Tremensuoli fossero garantiti. La riserva
divisionale fu allarmata e fu ordinato alla 15^ Inf Bde di attraversare il
fiume alle 22 del 18 gennaio, passare attraverso il 2° WILTS ed avanzare verso
ovest nelle prime ore del 19. Il piano doveva essere rivisto. La 15^ Inf Bde
sarebbe avanzata in modo visibile attraverso il 2° WILTS con il 1° KOYLI a
destra in direzione di Tufo ed il 1° GREEN HOWARD a sinistra verso Minturno; il
1° Y & L in riserva. L’avanzata doveva comprendere ogni arma del X Corpo. Alle
10:30 del 19 gennaio, il 1° GREEN HOWARD stava entrando in Minturno, trovandovi
un’opposizione moderata che aveva eliminato entro il tramonto. Tufo era stato
finalmente catturato dal 1° KOYLI e alle 12:23, fu riferito: "Tufo
ripulito dopo combattimenti: piccolo contrattacco ormai respinto. Poche
vittime. Danni al nemico non ancora conosciuti". Il comando del X (BR)
Corps riconobbe che, con i tedeschi a corto di rinforzi perché la riserva
mobile doveva ancora arrivare da Roma, avrebbero dovuto trarre un pieno
vantaggio dalla situazione. Purtroppo, le mine causarono molte vittime e la
loro eliminazione rallentò l'avanzata. Il numero complessivo di perdite,
compresa la 201^ Gds BDE non ancora impegnata, significava che vi erano poche
possibilità di sfruttare la valle dell’Ausente come era stato inizialmente
previsto, ma, in ogni caso, entro la fine del 19 gennaio, la cresta
Minturno-Tufo era stata messa in sicurezza. Al mattino presto del 20, la 15^
Inf Bde si dispose a ventaglio verso ovest, verso il Monte Natale, Tremensuoli
e l'altura che domina il canale di Capo d'Acqua, attaccando in due fasi. Nella
prima fase, il 1° Y & L, quella mattina attaccò a destra verso il Monte
Natale e, entro la fine del pomeriggio, la zona intorno al cimitero sulla
strada a nord di Minturno, una lunga collina ed il Monte Natale, erano stati
catturati, ma non senza vittime, anche se c’erano stati 150 prigionieri
tedeschi. La compagnia A era a cavallo della strada, le compagnie B e C erano
sul Monte Natale con la D
in riserva. Nel frattempo, alle 11 del 20, il 1° GREEN HOWARD attaccò
Tremensuoli sulla sinistra e Monte del Duca (quota 141), a 500 iarde a
nord-est. Questo comportò lo spostamento lungo il pendio avanzato di Monte
d'Ercole, di fronte a Minturno. Il risultato fu ottenuto alle 12.00 ed il Monte
del Duca e Tremensuoli furono occupati saldamente. I tedeschi contrattaccarono
alla 15:30, ma furono respinti dall’artiglieria divisionale. Nel tentativo di
mettere al sicuro il X Corpo, la 201^ Gds Bde attraversò il Garigliano su un
nuovo ponte Bailey il 20 gennaio. Il piano per il 6° Gren GDS era quello di
attaccare parte della penisola di Scauri, mentre il 2° SG avrebbe attaccato
Scauri ed il 3° Colm GDS sarebbe rimasto in riserva presso Tremensuoli.
Tuttavia, avendo scoperto che stava per scattare un contrattacco tedesco su
Scauri, l’attacco fu rinviato e, nella notte fra il 20 ed il 21, la brigata fu
invece spostata per rilevare la 15^ Inf Bde, perché i tedeschi si stavano
ammassando in quella zona. Il 2° SG inviò la compagnia RF ad occupare e
consolidare il Monte del Duca. Passarono pochi giorni di alterne fortune con
nessuno che fosse sicuro della propria stabilità, ma la cattura di Minturno,
Tufo e Tremensuoli, permise alla 5a divisione di Fanteria di mantenere una
testa di ponte sostanziale. La causa del ritardo di una nuova progressione fu
dovuto essenzialmente all'incapacità di stabilire passaggi permanenti
attraverso il Garigliano, che fossero fuori dalla portata dei cannoni tedeschi
e nascosti ai punti di osservazione nemici sui Monti Natale e Scauri. Il 18
gennaio, gli attraversamenti erano limitati a zattere e traghetti. La
costruzione dei ponti procedette lentamente a causa della precisione
dell’artiglieria tedesca, guidata dagli osservatori che non erano stati
individuati e distrutti sulle alture. Si dovette aspettare fino al 20 per
ottenere il primo ponte di classe 30, che poteva essere usato solo di notte.
Questa situazione continuò sul lato destro del fronte fino al crollo della
Linea Gustav, nel maggio 44. Numerosi contrattacchi furono lanciati tra il 21
ed il 23 gennaio dato che le posizioni tedesche erano state rinforzate con
reggimenti e battaglioni della divisione corazzata Hermann Goering, e delle motorizzate
29 e 90. Il 21, fu per lo più speso a contrastare una serie di contrattacchi
tedeschi, utilizzando l’artiglieria divisionale. Il contrattacco tedesco della
mattina del 21 contro le posizioni del 1° Y & L riuscì a respingere la
compagnia C che subì perdite pesanti ed un altro contrattacco causò ulteriori
vittime. Il 1° KOYLI fu in grado di riconquistare Monte Natale, ma la posizione
fu seriamente minacciata la sera stessa Un pesantissimo contrattacco tedesco,
appoggiato da carri, iniziato la mattina del 22 annientò in pratica la
compagnia A. Le compagnie B e C, poi rinforzate da due plotoni della compagnia
D, al comando del maggiore DB Webster, riuscirono a tenere, ma, durante un
altro contrattacco di corazzati, fu ordinato di ritirarsi attraverso le
posizioni del 1° Green Howards. Monte Natale fu preso dai tedeschi, anche se il
1° GREEN HOWARD tenne a Minturno. Dopo due giorni di combattimenti il 1° Y
& L aveva sofferto la perdita di quasi 300 uomini, tra cui 64 dispersi. La
94a divisione di fanteria tedesca era stata rafforzata con l'arrivo della 90a
divisione motorizzata il 21 gennaio, che cercò con i suoi contrattacchi di aprire
un cuneo premendo attraverso Minturno verso il Garigliano. La 17^ Inf BDE non
contribuì molto perché era circondata da mine e fu saldamente inchiodata nel
settore di monte Argento, quindi la 5a Inf Div decise di ritirare la brigata,
che fu sostituita dal solo 11° KRRC. Alle prime luci dell'alba del 22 gennaio,
i tedeschi contrattaccarono le posizioni del 2° WILTS sulle alture di Tufo. La
compagnia A del 2° WILTS fu respinta da Colle Casale (quota 199) e fu
necessario un attacco del 2° CAMERONIANS per riconquistarlo, questa volta per
sempre. I tedeschi contrattaccarono anche il 1° KOYLI e spinsero alcuni carri
fino alla periferia nord di Minturno, ma furono bloccati dai carri armati del
40° RTR e la fanteria tedesca fu respinta. Alle 17 del 22 gennaio, il 1° GREEN
HOWARD si spinse a nord oltre Minturno, attaccando la quota 167 e installandosi
qui per la notte ed il giorno successivo. Sempre il 22 gennaio 1944,
all'estrema sinistra del settore, il 2° NORTHANTS, ora sotto il comando della 13^
Inf Bde, fu spostato sulle colline della cresta Minturno-Tufo per controllare
un contrattacco sul Monte Natale. L'attacco fu poi annullato, ma il battaglione
rimase su quella posizione e vi si trincerò. (www.dalvolturnoacassino.it)
FRANK DE PLANTA
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