Un evento eccezionale.
Il 2014 sarà ricordato dalla popolazione di Tremensuoli, la più antica frazione
del Comune di Minturno, come un anno particolare, infatti, dopo la
santificazione dei due grandi pontefici come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo
II, avvenuta in Vaticano il 27 aprile u.s. e dopo la processione unitaria, in
data 18 maggio 2014, dei due Santi Patroni di Formia sant’Erasmo e san Giovanni
Battista in occasione del 70° anniversario della liberazione della città di
Formia, anche la parrocchia di san Nicandro martire di Tremensuoli ha
commemorato la festività patronale del 10 agosto portando in processione, per
le strade del paese, le statue dei Santi Protettori san Nicandro, patrono, e
san Sebastiano, compatrono. Risale al 1150 la notizia, conservata nell’archivio
della curia diocesana di Gaeta, dell’unione di due cappelle dedicate ai santi
Nicandro e Sebastiano. A tale periodo, probabilmente, risale la struttura
particolare della chiesa, il cui impianto, con tre bracci regolari ed un quarto
più corto, corrispondente all’abside rettangolare, si può assimilare ad uno
schema a croce greca. Come detto, il Santo Patrono di Tremensuoli è san
Nicandro martire, la cui statua, ogni seconda domenica di agosto, è portata in
processione sino allo spiazzo, dove ora è sito l’oratorio parrocchiale, alle
spalle della nuova chiesa, che è chiamato il “Pastino” di san Nicandro e lì
avviene un rito antico e struggente: san Nicandro benedice dall’alto tutto il
territorio sottostante che fino al 1931
(parroco don Antonio Forte), è appartenuto per secoli alla giurisdizione
parrocchiale di Tremensuoli. Nicandro, prefetto dell’esercito imperiale romano,
insieme con il commilitone Marciano, si ascrisse alla religione cristiana e, tacciati
a causa di ciò di commettere nefande azioni, vennero entrambi denunciati al
governatore Massimo, funzionario di Massimiano Imperatore che tentò in tutti i
modi di farli rinunciare alla religione cristiana. Nicandro si dimostrò
inflessibile nel non voler rinnegare la religione cristiana disobbedendo così
agli ordini dei superiori. Marciano, da parte sua, confermò le parole del
commilitone. Poi, due colpi di spada fecero saltare le due teste. Era il 17
giugno 297. Si narra che san Nicandro
abbia salvato il piccolo borgo di Tremensuoli dalla invasione dei
barbari e quindi dalla distruzione, facendo apparire una intensa nube di
moscerini che non permise loro di proseguire e così il paese venne risparmiato. San
Sebastiano ebbe la stessa sorte di san Nicandro. Si
narra, infatti, che fosse nato in una famiglia cristiana e giovanissimo si
trasferì a Roma per entrare nelle guardie dell’Imperatore. In breve tempo raggiunse i massimi gradi della
gerarchia militare, venendo nominato tribuno della prima coorte grazie
all’appoggio dello stesso Imperatore che lo stimava per la sua lealtà ed
intelligenza, non sospettando che fosse cristiano. Quando venne scoperto che
era cristiano, all’Imperatore non restò altra scelta che quella di condannarlo.
Com'è noto, la condanna fu quella di venire legato al tronco di un albero e di
essere trafitto dalle frecce dei commilitoni. Si racconta che la devozione
degli abitanti di Tremensuoli per san Sebastiano risale al 1500, in modo
particolare viene ricordata la data del 20 gennaio, giorno in cui la chiesa
festeggia il Santo, durante il quale i “tremensuresi” si rivolsero a Lui per
essere protetti da una epidemia di peste e, avendo ottenuto la grazia della
liberazione da tale malattia, lo posero, per onorarlo, accanto a san Nicandro
come compatrono. La data del 20 gennaio, però del 1944, poi è un’altra data che
il paese di Tremensuoli ricorda, in quanto, a seguito dei bombardamenti messi
in atto dagli Alleati per sfondare la linea “Gustav”, il paese venne
risparmiato e tale evento è stato ricollegato all’intervento di san Sebastiano.
Quindi, gli abitanti di Tremensuoli, visto il fervore che il neo parroco, Don
Massimo Capodiferro, sta facendo ritornare tra la popolazione ed in modo
particolare tra i giovani, hanno invitato il comitato dei festeggiamenti di
onorare, forse per la prima volta nella storia del paese, insieme al Santo
Patrono san Nicandro, anche san Sebastiano, compatrono.
Aurelio
Carlino
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