Tremensuoli ha festeggiato San Giuseppe 2008
La Chiesa cattolica ricorda san Giuseppe il 19 marzo con una solennità a lui intitolata. Il culto di san Giuseppe, padre putativo di Gesù e simbolo d’umiltà e dedizione, nella Chiesa d’Oriente era praticato già attorno al IV secolo: intorno al VII secolo la chiesa Copta ricordava la sua morte il 20 luglio. In Occidente il culto ha avuto una marcata risonanza solo attorno all’anno Mille, come attestato dai martirologi, primo fra tutti quello del monastero di Richenau, ricordandolo al 19 marzo, data diventata festa universale nella Chiesa con Gregorio XV nel 1621. La prima chiesa dedicata a san Giuseppe sembra essere quella di Bologna eretta nel 1130. Nel 1621 i Carmelitani posero l'intero ordine sotto il suo protettorato. L'8 dicembre 1870 Pio IX lo proclamò patrono della Chiesa universale, dichiarando esplicitamente la sua superiorità su tutti i santi, seconda solo a quella della Madonna. Papa Leone XIII scrisse la prima enciclica interamente riguardante il santo: la Quamquam pluries, del 15 agosto 1889. Il 26 ottobre 1921, Benedetto XV estese la festa della Sacra Famiglia a tutta la Chiesa. La festa di Giuseppe artigiano fu istituita nel 1955 da Pio XII e fissata il 1° maggio: la festa dei lavoratori fino a quel momento era appannaggio della cultura social-comunista. Nel 1962 Giovanni XXIII introdusse il suo nome nel canone della Messa, oltre ad affidargli lo svolgimento del Concilio Vaticano II. Fino al 1977 il giorno in cui la Chiesa cattolica celebra San Giuseppe era considerato in Italia festivo anche agli effetti civili, ma con legge n. 54/77, questo riconoscimento fu abolito e da allora il 19 marzo divenne un giorno feriale come tutti gli altri. In Italia è consuetudine preparare a marzo particolari dolci nei giorni a ridosso del 19 marzo, festa di San Giuseppe. Nell'Italia centrale è tipica la preparazione di bignè fritti e ripieni di crema o ricotta. Nel Mezzogiorno e nelle pasticcerie di tradizione napoletana è usanza cuocere al forno o friggere in padella grosse ciambelle decorate esternamente con crema pasticcera e marmellata di amarene, note come zeppole. Particolare è la situazione che accade nel Lazio, dove si preparano per tradizione bignè nei paesi dell'ex-Stato Pontificio e zeppole in quelli una volta appartenenti al Regno di Napoli. Il borgo di Tremensuoli ha festeggiato San Giuseppe nella serata di sabato 15 marzo, nella piazza delle “Cappelle” con un gran falò che ha illuminato il circondario e la distribuzione gratuita a tutti i presenti della pagnotta benedetta conosciuta come “cuccetella” insieme ai prodotti della tradizione locale tremensuolese: salsiccia e broccoletti, minestra di ceci e fagioli (la “menestella”), lupini, il tutto annaffiato da un buon vino “fragolino” e, per finire, le zeppole di San Giuseppe della pasticceria “Enrico” di Marina di Minturno. Durante la serata don Luigi ha benedetto i presenti nel nome del santo lavoratore. Un ringraziamento al comitato festeggiamenti ed alle sue cuoche per l’ottima riuscita della manifestazione tradizionale. Il 19 marzo, Tremensuoli ha voluto onorare san Giuseppe grazie alla disponibilità delle famiglie Serao e Lepone, che in mattinata hanno distribuito in chiesa le “cuccetelle” ed in serata ancora falò e degustazione di prodotti tipici locali. E’ bello che le tradizioni siano tramandate ai giovani, che in quest’occasione, si sono riuniti intorno a San Giuseppe ed a Tremensuoli.
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